Il suo nome è finito in un comunicato della Questura in seguito all'emissione di alcuni provvedimenti Daspo. Lui però con i fatti non c'entra: la denuncia a suo carico da parte dell'arbitro è stata ritirata
Restare invischiati in situazioni che possono far male, molto male e non poterne nulla. E’ quanto successo al saluzzese Marco Rizzi, 34 anni, bancario con la grande passione per il calcio. Il suo nome è finito nel tritacarne dell’informazione ieri, quando un comunicato della Questura giunto alle varie redazioni informava del provvedimento di Diaspo emesso a carico di due giocatori ed un allenatore, coinvolti in una rissa nella quale ad avere la peggio era stato l’arbitro, il signor Maurizio Baudissone.
Il comunicato, in conclusione, riportava anche la notizia che era al vaglio degli inquirenti la posizione di un quarto giocatore, Marco Rizzi, appunto. Ma lui con quei fatti non c’entra nulla. Rizzo ha avuto semplicemente la sfortuna di rimediare la prima espulsione in 27 anni di onorata carriera calcistica proprio quel giorno. Nella confusione generale, l’arbitro quel giorno segnò nel referto il suo nome tra i partecipanti all’aggressione, che avvenne però mentre Marco era già negli spogliatoi. Espulso.
“Immaginatevi come mi sia potuto sentire quando mi è stato comunicato che il signor Baudissone aveva sporto querela nei miei confronti”, racconta al telefono Rizzi. Il giovane subito presenta una memoria difensiva, nella quale specifica come sono avvenuti i fatti in quella domenica di fine ottobre,a Cavallerleone: “Durante la partita – scrive – sono stato espulso per normale fallo di gioco, nello specifico un fallo da ultimo uomo. In seguito alla decisione arbitrale ed al parapiglia che si è venuto a creare mi sono avvicinato all’arbitro ed ho detto le seguenti parole: ‘E’ pazzo. Sappia che questa è la mia prima espulsione in 27 anni che gioco a calcio. E’ pazzo’”.
Una volta proferite queste parole Rizzi si allontanò dal campo di gioco, poco prima che la situazione degenerasse. Come detto, però, alla fine il suo nome finì nel referto stilato dal signor Baudissone. Pochi giorni dopo, in seguito ad una telefonata intercorsa tra i due, l’arbitro ammise di non ricordare chi avesse detto cosa. Nello stesso tempo, il calciatore porse le proprie scuse al fischietto della partita e la cosa finì lì.
Mai convocato dai Carabinieri, Marco Rizzi lo scorso 18 gennaio ha ottenuto la remissione di denuncia sporta in primo tempo dal signor Baudissone, chiudendo di fatto lo spiacevole episodio che gli è costato, in ambito sportivo, due giornate di squalifica. “Per questo, ieri, quando ho visto il mio nome sul giornale mi sono sentito di nuovo malissimo. Come quel giorno”.
Giusto, quindi, dare a Marco quel che è di Marco.
Fonte: www.targatocn.it
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